Archivio per luglio 2012

Vado al bagno.

Tutto ciò è partito da qui:

L’uso triestino della parola “bagno” mi turba sempre. Quando la giornalaia mi ha detto “eh boh, saranno tutti al bagno” io mi sono immaginata quest’orda di gente vittima di un’epidemia di influenza intestinale che cerca disperatamente un WC, ma voleva semplicemente dire che sono tutti al mare.

Trieste, città di frontiera, crocevia di popoli e anche di lingue. Se pensate di andare ad abitarci, cominciate ad abituarvi all’idea di imparare a capire il triestino, che lo vogliate o no. Sì, perché ogni negoziante triestino che si rispetti non vi parlerà mai in italiano, anche se si vede a distanza di chilometri che siete appena sbarcati dalla bassa Terronia. Il vostro primo “La ga la borsa?” o “Signora, no ga ciolto lo scontrìn” vi lasceranno basiti, ma il vostro livello di comprensione dell’idioma locale crescerà ad ogni sessione di acquisti.

Ogni esperienza, inoltre, vi regalerà perle linguistiche come quella su riportata. Io, molto spesso, mi trovo spiazzata dall’uso singolare di alcune parole, tipo “bagno”, appunto. Quello che per me (e per quasi tutto il resto d’Italia, credo) è “Vado al mare” qua diventa un ambiguo “Vado al bagno”. Su Facebook mi è stato segnalato che si usa un’espressione simile anche in Liguria, ma in quel caso è al plurale (“Vado ai bagni”). I bagni sono quelli che io chiamerei lidi, non so voi.

La discussione ha portato alla luce anche l’uso triestino della parola “taccuino” che, a quanto pare, da queste parti indica il portafoglio. Ricerche più approfondite e informazioni di seconda mano ci hanno rivelato che questa accezione è diffusa anche in Veneto ed in disuso in Milanese. Non ne ho trovato traccia sui dizionari italiani attuali né spiegazioni dal punto di vista etimologico.

Voi ne sapete qualcosa?

Ieri sera, poi, mi è stato segnalato che viene usata la parola “ruderi” per indicare i calcinacci. Sono andata a controllare la definizione di “rudere” sul Sabatini-Coletti e ho trovato questa:

[rù-de-re] s.m.
  • 1 (spec. al pl.) Resti di antiche costruzioni in rovina SIN rovine
  • 2 fig. Persona fisicamente provata, che non è più quella di un tempo
  • • a. 1872

Quindi, ancora una volta, ci troviamo di fronte ad una trasposizione di significato tutta triestina, che a me suona del tutto nuova.

Bene, ehm, è ora di cominciare.

Questo blog è nato durante un breve tragitto su un autobus triestino, mentre rimuginavo su un post che ho pubblicato su Facebook qualche giorno fa: si trattava di una mia considerazione su un’espressione in voga a Trieste (cui dedicherò sicuramente spazio più avanti). Il tutto ha suscitato un discreto interesse tra i miei contatti e ha dato vita a un breve ed interessante dibattito sul tema.

Ho preso spunto da questo episodio per creare questa pagina. Il mio proposito è quello di annotare riflessioni, dubbi e curiosità che riguardano tutto ciò che gira intorno alla lingua, si tratti di italiano, di dialetti, di lingue straniere, di singole parole o di modi di dire.

Ovviamente domande, risposte, contributi e commenti di ogni genere sono benaccetti, ma attenzione, non sono né una grande studiosa del campo né un’esperta, solo una studentella qualsiasi di lingue che si fa decisamente troppe domande sull’argomento.